Le compagnie telefoniche non solo abusano sistematicamente dello ius variandi a danno degli utenti, ma ancora più spesso addebitano i tanto odiati costi di disattivazione.
Indice dei contenuti
- Come non pagare la penale Windtre
- Come non pagare la penale Windtre ed ottenere un maxi rimborso
- Consulta il provvedimento originale
Come non pagare la penale Windtre
La legge italiana, purtroppo, agli operatori telefonici concede inspiegabilmente (per noi!) un trattamento di favore rispetto a tutte le altre tipologie di contraenti ovvero parti che stipulino un qualunque tipo di contratto: lo ius variandi.
Normalmente, infatti, mentre una delle due parti di un qualsiasi altro contratto non può unilateralmente modificare i termini dello stesso senza il consenso o, addirittura a scapito, dell’altra, gli operatori possono farlo e in questo caso agli utenti è (quantomeno) garantita la possibilità di recedere senza penali o costi di disattivazione come sancito dall’articolo 70, comma 4, del Codice delle Comunicazioni Elettroniche (CCE).
Ebbene, le compagnie telefoniche non solo abusano sistematicamente di questa prerogativa a danno degli utenti (guarda ad esempio questa sentenza del Consiglio di Stato e quest’altra), ma ancora più spesso addebitano i tanto odiati costi di disattivazione (niente di diverso che le vecchie penali che la cd. Legge Bersani aveva abolito!).
Come non pagare la penale Windtre ed ottenere un maxi rimborso
L’utente in favore del quale il Giudice di Pace ha emesso la sentenza che segue si era rivolto a noi per una questione che aveva definito “di principio”, ovvero non pagare i costi di disattivazione Windtre, intorno a € 50, addebitati a seguito del suo recesso motivato dalla variazione unilaterale delle condizioni da parte dell’operatore.
Il Giudice nella sentenza non solo ha salvaguardato la “questione di principio” dichiarando non dovuti questi costi da parte dell’utente, ma, rilevato il comportamento scorretto di Windtre, l’ha anche condannata ad un risarcimento di ben 1.000 euro.